Luciano Ligabue è il superospite della quarta puntata del Festival di Sanremo. Il cantautore amato da tante generazioni coglierà l’occasione per presentare “Start”, suo dodicesimo disco di inediti, anticipato dal primo singolo “Luci d’America“ che da 3 settimane consecutive è il brano più trasmesso dalle radio, mentre il 14 giugno parte da Bari lo “Start Tour” che porterà la rockstar negli stadi di tutta Italia.
Dopo il siparietto con Bisio, il cantautore ha presentato la sua “Urlando contro il cielo”. Una grande performance che ha coinvolto tutto il pubblico, in piedi a battere le mani e urlare il ritornello della famosissima canzone.
Il momento più toccante è stato quello del duetto con Baglioni in cui i due artisti hanno voluto omaggiare il cantautore Francesco Guccini, interpretando la sua più celebre canzone, “Dio è morto”.
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Ligabue ha duettato più volte con il grande Guccini…
Francesco Guccini è stato uno dei più importanti e popolari cantautori della storia della musica Italiana. tra i suoi più grandi successi ricordiamo: Canzone per un’amica,Dio è morto, Auschwitz e Il vecchio e il bambino.
Dio è morto” è la prima canzone depositata a nome Francesco Guccini alla SIAE, nel 1965.
Probabilmente è stata forse la canzone più famosa di Francesco Guccini ed anche la più rappresentativa di un sentimento molto diffuso tra i giovani italiani alla fine degli anni sessanta. Il brano non fu mai inciso dal cantautore e fu portato al successo dai Nomadi e anche da Caterina Caselli, quest’ultima, però, con un testo riveduto. Francesco Guccini l’ha sempre cantata dal vivo e, ancora oggi, è considerata una delle più famose del suo repertorio. Il titolo della canzone fu frainteso e fu soggetto a censura da parte della Rai.Il titolo infatti fece sospettare di blasfemia, in realtà la canzone parla apertamente di corruzione e meschinità, di falsi miti e di falsi dei..
Testo di Dio è morto
Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano
Nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate
Lungo le strade da pastiglie trasformate
Dentro le nuvole di fumo del mondo fatto di città
Essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
E un dio che è morto
Ai bordi delle strade, dio è morto
Nelle auto prese a rate, dio è morto
Nei miti dell’estate, dio è morto
Mi han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell’eroe
Perchè è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un dio che è morto
Nei campi di sterminio, dio è morto
Coi miti della razza, dio è morto
Con gli odi di partito, dio è morto
Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano
A una rivolta senza armi
Perchè noi tutti ormai sappiamo
Che se dio muore è per tre giorni e poi risorge
In ciò che noi crediamo, dio è risorto
In ciò che noi vogliamo, dio è risorto
Nel mondo che faremo, dio è risorto