Fateme cantà è il nuovo singolo di ultimo e sarà conteenuto nel disco “Colpa delle favole“, in uscita il 5 aprile.
La canzone è uno sfogo del cantante che ha scelto di cantare la canzone in dialetto romano, evidentemente per esprimere al meglio e in modo istintivo tutti i sentimenti che ha provato dopo la sua esperienza a Sanremo, terminata con la serata finale in cui Ultimo non aveva reagito bene ad alcune critiche, o offese gratuite, ricevute a fine serata.
È evidente la voglia del cantante di chiedere scusa per alcune esagerazioni che lo hanno fatto apparire arrogante e presuntuoso, ma noi abbiamo sempre sostenuto che si trattava di un semplice sfogo più che legittimo. Forse solo i toni e i modi erano sbagliati, come ammette lo stesso Ultimo nel testo (“Fateme cantà…sbaglio i modi i toni, anche i tempi”).
La pressione che aveva subìto durante tutta la settimana sanremese era stata molto pesante, ricordiamo che era partito come il vincitore annunciato e il fatto che fosse arrivato secondo lo aveva fatto scoppiare. Ce lo dice nel brano (Fateme cantà…sto a impazzì presso a troppe esigenze) e quindi avrebbe avuto bisogno di evedare, di staccare un attimo la spina dal Festival (“c’ho bisogno all’appello de dì che so assente “), ma evidentemente non ha potuto e alla fine gli è caduto in testa un macigno.
Fateme cantà è un pezzo che viene dall’anima e ci fa capire esattamente i sentimenti attraverso le parole e la voce. Forse hanno qualcosa in comune Ultimo e Mahmood, entrambi cantautori raffinati, diversi solo nello stile.
Alla fine quella classifica di cui si è tanto parlato non è più importante, conta solo che il festival di Sanremo ci ha fatto conoscere ed apprezzare ancora di più 2 talenti immensi, che hanno davanti a loro una carriera lunga e ricca di successi e riconoscimenti.
Testo Ultimo – Fateme cantà
Che giornata, che giornata
so distrutto eh
so distrutto
cameriè portame el vino
Fateme cantà
che non c’ho voglia de sta con sta gente
che me parla
ma non dice niente eh eh eh
Fateme cantà
che me ne sento anche un po’ innervosito da sta gente
che me chiede na foto
io vorrei parlaje de loro oh oh oh
Fateme cantà
sto a impazzì presso a troppe esigenze
c’ho bisogno all’appello
de dì che so assente
Eh, fateme cantà
pe l’amici che ho lasciato ar parcheggio
io che quasi me ce ne sento in colpa
de ave’ avuto sto sporco successo
che amico sul palco e t’ammazza nel resto
Fateme cantà
nun so bono a inventamme i discorsi
sbaglio i modi
i toni, anche i tempi
parlo piano manco me sentiresti eh eh eh
Fateme cantà
che a ste cene con questi in cravatta
parlo a gesti nun so la loro lingua eh eh eh
Fateme cantà per quel tizio che non c’ha più er nome
sta per strada elemosina un core
pe’ quel padre che se strigne l’occhi
davanti a suo figlio pe’ proteggeje i sogni
Fateme cantà
pe’ sti gatti che aspettano svegli
un motore pe’ stassene caldi
pe’ i ricordi che me spezzano il sonno
e a letto me fanno girà come un matto
un matto un matto