Canzone di notte n. 2 è il titolo della nona traccia del secondo capitolo di Note di viaggio, album di Francesco Guccini e Mauro Pagani in uscita il 9 ottobre. Canzone di notte n. 2, come tutte le altre tracce del disco, è un famoso successo del maestro modenese. È una canzone di Francesco Guccini estratta dall’album intitolato Via Paolo Fabbri 43 del 1976 che, in Note di viaggio – Capitolo 2: Non vi succederà niente, è stata riproposta da Petra Magoni.
Ecco l’audio del brano, mentre a fine articolo è possibile visionare il testo completo.
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TESTO
Canzone di notte n. 2
E un’altra volta è notte e suono
Non so nemmeno io per che motivo
Forse perché son vivo
E voglio in questo modo dire “sono”
O forse perché è un modo pure questo
Per non andare a letto
O forse perché ancora c’è da bere
E mi riempio il bicchiere
E l’eco si è smorzato appena
Delle risate fatte con gli amici
Dei brindisi felici
In cui ciascuno chiude la sua pena
In cui ciascuno non è come adesso
Da solo con se stesso
A dir: “Dove ho mancato, dov’è stato?”
A dir: “Dove ho sbagliato?”
Eppure fa piacere a sera
Andarsene per strade ed osterie
Vino e malinconie
E due canzoni fatte alla leggera
In cui gridando celi il desiderio
Che sian presi sul serio
Il fatto che sei triste o che t’annoi
E tutti i dubbi tuoi
Ma i moralisti han chiuso i bar
E le morali han chiuso i vostri cuori
E spento i vostri ardori
È bello ritornar normalità
È facile tornare con le tante
Stanche pecore bianche
Scusate, non mi lego a questa schiera
Morrò pecora nera
Saranno cose già sentite
O scritte sopra un metro un po’ stantìo
Ma intanto questo è mio
E poi voi queste cose non le dite
Poi certo per chi non è abituato
Pensare è sconsigliato
Poi è bene essere un poco diffidente
Per chi è un po’ differente
Ma adesso avete voi il potere
Adesso avete voi supremazia
Diritto e Polizia
Gli dei, i comandamenti ed il dovere
Purtroppo non so come
Siete in tanti e molti qui davanti
Ignorano quel tarlo mai sincero
Che chiamano pensiero
Però non siate preoccupati
Noi siamo gente che finisce male
Galera od ospedale
Gli anarchici li han sempre bastonati
E il libertario è sempre controllato
Dal clero, dallo Stato
Non scampa fra chi veste da parata
Chi veste una risata
O forse non è qui il problema
E ognuno vive dentro ai suoi egoismi
Vestiti di sofismi
E ognuno costruisce il suo sistema
Di piccoli rancori irrazionali
Di cosmi personali
Scordando che poi infine tutti avremo
Due metri di terreno
E un’altra volta è notte e suono
Non so nemmeno io per che motivo
Forse perché son vivo
O forse per sentirmi meno solo
O forse perché è notte e vivon strani
Fantasmi e sogni vani
Che danno quell’ipocondria ben nota
Poi… la bottiglia è vuota