Il singolo fa parte dell’album “Musica per bambini”, pubblicato il 1° giugno 2018, ed è il terzo brano dopo “Underman”, uscito il 14 maggio che anticipava l’uscita del disco, e “Depressissimo”, del 7 settembre.
Il 25 gennaio 2019 viene pubblicato il video di Giocattoli.
Il testo è di Tarek (Rancore), mentre la musica è di Cristiano Campana (Jano).
Chi è Rancore
Rancore è un rapper romano, figli di genitori con origini straniere: madre egiziana e padre croato. Infatti Rancore è lo pseudonimo di Tarek Iurcich, un artista nato nel luglio del 1989 che fin dal 2004, quindi a soli 14 anni ha iniziato la sua scalata nel panorama musicale dell’ Hermetic Hip Hop. Nonostante siano già quasi 15 anni dal suo debutto artistico, solo una ristretta nicchia di persone appassionate al genere lo conosce bene, ma quest’anno durante il Festival di Sanremo 2019 grazie al suo contributo musicale in “Argentovivo”, canzone portata in gara da Daniele Silvestri, si è potuto far conoscere ad un pubblico molto più ampio. Il brano sanremese ha guadagnato un meritatissimo sesto posto oltre a prestigiosi riconoscimenti, quali il Premio della Critica, il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla ed il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo.
🎼 Scarica Giocattoli
in formato mp3 ►clicca qui
Riproduci con Music Unlimited
Giocattoli e Milioni di brani
Gratis per un mese
►clicca qui
Curiosità sul video
Nasce dall’idea di Rancore di creare un bando per registi ”Dammi un posto tra i giocattoli’, in occasione di questo singolo, per vedere cosa sarebbe accaduto se non si fossero dati limiti a fantasia e creatività. Le uniche linee guida fornite da Rancore erano di utilizzare solo tre oggetti già presenti nel testo: un giocattolo, un rossetto e una sigaretta. Chi avrebbe partecipato al bando aveva il compito di trasformare la canzone stessa in un giocattolo. A questo concorso sono arrivati più di 100 video e tantissimi altri lavori belli e interessanti. Tra la selezione, il primo posto, oltre al premio in palio, è stato assegnato alla ”DEDALO Film”: ecco come è sorto il video ufficiale di ‘‘Giocattoli’‘!
Il video è scritto e diretto da Alen Galante e Daniele Cernicchi, che si è anche occupato del montaggio e della post-produzione, con Camilla Copparoni, Annalaura Vinti e Alen Galante, mentre i costumi sono di Gaia Laurenzi e Filomena Celiento.
Esprime in maniera perfetta ciò che la canzone vuole comunicare e si sintonizza magistralmente con la musica in ogni suo momento. ♪
Di cosa parla “Giocattoli”
Tarek con il suo stile ermetico cerca di andare all’essenza delle cose, in maniera non sempre semplice, spesso cervellotica, ricercando una verità nella quale chi ascolta ci si ritrova. Utilizza il giocattolo per identificarsi e per rivelare in maniera cruda ma affascinante quello che siamo noi nella società, come cresciamo. Usiamo i “giocattoli” fin quando ci fanno comodo, poi se non servono e sono d’ingombro li buttiamo, dimenticando quello che hanno rappresentato e fatto per noi. La scrittura per i suoi fan è geniale, è poesia, scrive capolavori e regala perle grazie alle quali è possibile provare tante emozioni, non è mai scontato.
Questo pezzo, un po’ da Tim Burton, mostra la grande sensibilità del rapper nei confronti del mondo. Può essere considerato inquietante, ma c’è molto cervello in questa composizione.
TESTO di Giocattoli
A volte in delle fasce io sono vietato
A volte consigliato secondo l’età
Non so chi mi ha inventato, venduto, comprato
Chi mi ha incartato e non so neanche in quale festività
Non so qual era il mio scaffale, qual è stato il mio prezzo
Non so se era Natale o c’era un compleanno di mezzo
Non so che rappresento
Ma so che sei una femminuccia sveglia
E spesso resti coi maschietti tutto il tempo
Ricordo appena mi hai visto, tu sei esplosa di gioia
Saltando in braccio a tua mamma
Lanciando un bacio a tua nonna
E nonostante la torta avesse la pasta sfoglia e non ti piacesse
Non l’hai mangiata poi così contro voglia
E poi sei corsa da me, la bocca ancora che mastica
E in un secondo tu mi hai tolto dal mio involucro in plastica
Poi fu un attimo che il tuo monologo sembrò un mistero
Il corpo mio si muoveva secondo ogni tuo pensiero
Tu che giochi anche con cose come me
Creando dialoghi, sei sempre tu che parli
È un modo per scacciare i diavoli
Li muovi per sconfiggerli da ieri in questa sala
E poi mi lasci e vai a dormire perché il sole cala
Giocattoli, giocattoli, giocattoli
Adesso dammi un posto tra i giocattoli
Giocattoli, giocattoli,
Quanto tempo hai trascorso tra i giocattoli
Giocattoli, giocattoli
Chi cresce non apprezza più i giocattoli
Giocattoli, giocattoli
Diventano mondezza
Giocattoli in mezzo alla mondezza
In mezzo alla mondezza, ah
A volte in delle situazioni sono fuori luogo
Io sono scelto solamente se sto bene
Ogni maschera inizia come un gioco
Ma spero tu abbia altri uguali a me
Così restiamo insieme
Io non le lascio le tue labbra, io resisto anche all’acqua
Non resto neanche sulla bocca di chi spesso ti tocca
Non sono rosso per forza
Ma tu mi hai scelto così
Poi da una borsa all’altra
Fino alla giacca di non so chi
Già dall’astuccio, levami il cappuccio
E avrò una rotazione, esco dal guscio
E scorro sopra due petali di passione
La mia tonalità so che ti piaceva già da bambina
Un po’ sei scema, pensi che ti stia bene perché si abbina
Questo stronzo ci rovina, ci sbiadisce, ci confonde
Tu che cerchi di tenermi acceso ai bordi della fonte
La tua lingua scorre sulle rocce lisce sotto fronde
Di parole di cui sono la cornice tua più forte
Poi mi lasci in giro
Ho un discorso lungo con il lavandino
Gli racconto quanto il tuo respiro non è un trucco
Ma di colpo tu mi schiacci sullo specchio
Lasci un cuore a quel cretino
Mi finisci, mi butti e ti scordi tutto
Giocattoli, giocattoli, giocattoli
Adesso dammi un posto tra i giocattoli
Giocattoli, giocattoli
Quanto tempo hai trascorso tra i giocattoli
Giocattoli, giocattoli
Chi cresce non apprezza più i giocattoli
Giocattoli, giocattoli
Diventano mondezza
In certe fasce in teoria sono vietato
Sono sconsigliato indipendentemente dall’età
Non so chi mi ha prodotto, chi mi ha impacchettato
Non so qual è lo stato
Se è uno stato non saprò mai dove sta
Volendo puoi offrirmi però volendo no
Volendo puoi spaccarmi, volendo mi mischierò
Sarà il mio grande debutto, io rischierò di brutto
Il fuoco brucerà, tu succhierai da me quasi tutto
Sarà l’identità che ti sei scelta mentre ci pensi
C’è chi mi vive come fossi addirittura un culto
E quando fai l’amore usi tutti e cinque i sensi
Eppure dopo cerchi me che rendo il mondo adulto
In fondo un po’ ti sfoga ma è solo stile
Ti piace Humphrey Bogart
E sembri una sua versione ma al femminile
Ma è strano che proprio adesso tu ti senta infantile
Che sputi nebbia e che non vedi intossicarsi le fatine
Non sai più se è solo un altro inizio oppure un’altra fine
Mi nasconderai fino a confondere la mia funzione
Non so come, non ho nulla più da dire
Dopo un bacio, tu mi dai una schicchera e mi butti giù dal balcone
L’emozione ricorda qualcosa che non ricordi
Qualcosa con cui giocavi quand’eri un po’ meno sporca
Però è normale che hai bisogno di altri mondi
Uscire, vivere con gli altri ed abituarti a nuovi giochi con gli stolti
Ecco, tutto si butta, tutto si scorda
Quando aprire quella porta serve ad aumentare l’ombra
Sei cresciuta già parecchio
Tua madre questa volta ha il coraggio di buttare ciò che è vecchio
Ciò che ingombra
Giocattoli
Giocattoli
Giocattoli
Giocattoli