Ipocondria è il nome dell’Ep del rapper Domenico Lovicario, in arte Sixteen, ed anche della traccia d’apertura, nonché title track, del suo nuovo progetto musicale pubblicato il 29 marzo 2020 (etichetta SIXTEEN), non a caso data anche del suo compleanno. Il cantante originario di Altamura (Bari), che ha trascorso gli ultimi anni di vita soffrendo per dei disagi psicologici, ha cercato di riassumere e reinterpretare il periodo difficile vissuto in questa canzone, dal testo estremamente autentico e autobiografico. La canzone, prodotta da Fatmike, in realtà è stata già condivisa l’11 marzo 2019 (quindi un anno fa) con un video realizzato grazie ad una campagna di raccolta fondi, all’inizio del quale Sixteen riporta una frase molto toccante, che dimostra la sua pesante condizione affrontata: “Le battaglie più grandi sono quelle che si combattono nella mente”.
Guardiamo il video della canzone, prodotto da Saraca & BlauKeim, e di seguito è possibile visionare il testo completo del brano.
🎶 ENJOY! 🎶
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Testo di Ipocondria
Sequenze di battiti / evidenziano gli attimi
in cui credi di avere tutto e poi ti crolla davanti, si
può ricostruire? Io non so più che dire,
adesso che anche lei ha deciso di allontanarmi.
E ripercorrendo / il momento in cui credevo
che un canale Vevo con Da Zero desse ciò che chiedo,
lì l’ansia ha fatto centro, ha preso il sopravvento
ed ogni segmento di vita si è unito col resto.
E penso a chi è che pulirà / il mio vomito qui a terra,
sono qua a casa del produttore della mia nuova etichetta,
tutto va di fretta (corri) portami lo Xanax,
spegnimi, vado a dormire, chiudimi dentro una bara.
Perché sto tornando a casa, sono un codardo del ca**o,
mi son sentito morire, sono scappato e nient’altro,
ora peso 46, maledizione,
sono troppo magro, ho il viso scavato da ‘ste parole.
Sì, 46 chili, t’ho detto,
la mia manager è in preda allo stress e adesso
m’insulta perché crede che io non mi fidi,
io non muovo i fili, io non valgo un ca**o e no, non posso farlo se faccio solo casini.
Tu che dici? Sta andando a puttane un po’ tutto,
Dio deve smetterla di prenderci gusto,
non è giusto, ma non posso di certo far pena alla gente,
quindi mi fingo un duro nei video se serve.
Ma non con queste gambe, queste braccia, questi polsi,
devo evitare gli specchi, questi occhi non sono pronti,
ho solo questa voce, ho solo questa, ca**o,
la stessa che tu giudichi ogni volta che mi ascolti.
Resto / steso sul letto con le mie pare
quindi adesso / aspetto qualcosa possa cambiare
ma non cambierò lo sai
se vivo per gli altri e per me mai.
La voce mi si spezza, la svolta anche ‘sta volta non è questa
l’ansia di non essere all’altezza
uh, ma io non cambierò, sai,
se vivo per gli altri e per me mai.
È possibile cancellare la paranoia?
Ogni tipo di gloria /
non mi ridarà indietro il tempo sprecato appresso agli psicofarmaci,
se facessero miracoli almeno servirebbe a qualcosa.
Ma non è così,
non ho mai cercato il sole prima dell’inverno, va bene,
con mio padre che grida perché è convinto di sapere,
ma non sono nato per dire solo e soltanto sì.
Guarda: innamorato del dramma io mi rinchiudo in ‘sta stanza
fissando il monitor e un altro coglione che parla,
calma, mentre stringo la tua mano, è calda,
il cuore che sobbalza
ti spacca la pancia e basta e non risolvo un ca**o,
manco se fossi saltato dal secondo piano mi sarei piegato tanto,
sto esagerando, ho le mani giunte perché
ho paura di me stesso e di come potrei reagire.
Intanto ho caldo a quattro gradi e sto sudando freddo,
quando chiami? ‘Sta manager non ha tempo
perché deve farsi, non risponde e io non ho controllo,
mi hanno operato in gola, dormo ed oggi è il giorno del botto!
Neanche gli amici mi capiscono,
se sono nudo in piazza, è normale che mi senta ridicolo
e poi / “il paziente è ipocondriaco”, disse il paramedico
mentre mi accarezzava il volto ad ogni brivido.
È il minimo, nessuno sa cos’ho passato,
quanto questa vita si è presa e quanto poco mi ha dato,
la ferita adesso è un’altra cicatrice,
devi apprezzare le piccole cose per essere felice.
Resto / steso sul letto con le mie pare
quindi adesso / aspetto qualcosa possa cambiare
ma non cambierò lo sai
se vivo per gli altri e per me mai.
La voce mi si spezza, la svolta anche ‘sta volta non è questa
l’ansia di non essere all’altezza
uh, ma io non cambierò, sai,
se vivo per gli altri e per me mai.