Da venerdì 29 gennaio arriva un singolo a cui partecipa un duetto inedito. Rancore, rapper che a Sanremo nel 2020 ha vinto il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo con Eden, insieme alla cantautrice romana Margherita Vicario, artista che l’anno scorso ha avuto grandi soddisfazioni musicali, pubblicano Equatore. Il brano, che farà parte del prossimo album di Tarek Iurcich, in arte Rancore, nasce per caso, nel ritrovare un vecchio atlante geografico ormai dimenticato. Da quella visione, di un mondo racchiuso nelle pagine di un libro, è nata l’idea di tracciare un filo conduttore tra quelle immagini, perché anche una canzone rappresenta una sorta di percorso, un viaggio. E siccome questo cammino è migliore quando si è in compagnia, la collaborazione di Margherita Vicario era necessaria.
Scritto dai due con Paolo Antonacci, il brano è stato prodotto da d.whale, al secolo Davide Simonetta.
Ecco l’audio della canzone, mentre a fine articolo il testo completo.
🎶 ENJOY! 🎶
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TESTO
Equatore
Un venerdì in aeroporto fermo a Nizza
tu stavi sotto le piramidi di Giza
avevo sabbia sulla lingua a Teheran
io quando ti cercavo in Cina tu eri a Taiwan
ho fatto a botte con i gechi come a Gibuti
tu che salivi sulla Luna a Teotihuacan
io navigavo ad Alicudi, tu Filicudi
tu stavi alle Champs-Élysées quando ero ad Amsterdam
ti rivelerò il mistero mio
sottovoce qui nei tropici
potrò cambiare emisfero io
non gireranno al contrario i miei vortici
io mentre ero a Fushun/ tu Suzaka
ero in Zimbabwe, tu in Zambia, a Lusaka
io stavo in Madagascar, tu a Kaapstad
ero una foglia che volava verso Bagdad
E tu sei come vento, tempesta in te
io sono come una foresta una guerra in me
ci siamo chiusi in un cerchio con una linea
per dopo chiederci con cosa confina
Cercami nelle parole
il vento è una voce che va dove vuole
corre veloce oltre la fine
oltre ogni limite
siamo nati all’opposto
ci vediamo tra poco
Ci mescoleremo soltanto a due passi dall’equatore
a due passi dall’equatore
tu sei sull’Oceano Pacifico
io nella foresta dell’Ecuador
insieme a due passi dall’equatore
a due passi dall’equatore
incontriamoci all’equatore.
Era domenica io/ sono stato sulle isole Galàpagos
fino a Quito/ Portorico
risalito poi a Chicago sono andato in Laos
arrivato prendo il volo per il Mozambico
Luna piena era lunedì
si vedeva anche il Taj Mahal
tu come vento, eri un fiume di
polvere magica negli occhi kajal
io sono sceso in Antartide/ quasi Atlantide
ho ballato con i diavoli in Tasmania
la luce della Tanzania il tuo velo blu
io sono in Transilvania tu a Malibù
E tu sei come vento, tempesta in te
io sono come una foresta una guerra in me
ci siamo chiusi in un cerchio con una linea
per dopo chiederci con cosa confina
Cercami nelle parole
il vento è una voce che va dove vuole
corre veloce oltre la fine
oltre ogni limite
siamo nati all’opposto
ci vediamo tra poco
Ci mescoleremo soltanto a due passi dall’equatore
a due passi dall’equatore
tu sei sull’Oceano Pacifico
io nella foresta dell’Ecuador
insieme a due passi dall’equatore
a due passi dall’equatore
incontriamoci all’equatore…
Io pensavo di seguirti ma è un’illusione
tu eri come un soffio sopra una foglia
cercavamo di creare comunicazione
sembravamo quasi un uomo ed una donna
ci mescoleremo come il nero e il bianco
ruberemo solo un punto l’uno dall’altro
questo vento è veloce
io lo so come
arrivare in nuovi luoghi
di cui non so il nome
Cercami nelle parole
il vento è una voce che va dove vuole
corre veloce oltre la fine
oltre ogni limite
siamo nati all’opposto
ci vediamo tra poco
Ci mescoleremo soltanto a due passi dall’equatore
a due passi dall’equatore
tu sei sull’Oceano Pacifico
io nella foresta dell’Ecuador
insieme a due passi dall’equatore
a due passi dall’equatore
incontriamoci all’equatore