L’anno scorso insieme a Chadia Rodriguez aveva affrontato il tema del body shaming attraverso il singolo Bella così. Dal 19 febbraio l’appena 22enne Federica Carta pubblica un nuovo brano, intimo, che ancora una volta affronta le sofferenze legate all’immagine ed alla visione distorta che l’essere umano può avere di se stesso.
Mostro, questo il titolo eloquente del singolo, è una ballata che racconta la difficoltà ed al tempo stesso la bellezza e la forza di sentirsi fragili. Spesso, a causa di momenti difficili, percepiamo la nostra immagine alterata: alla luce di questa convinzione e mediante questo inedito, la giovane artista desidera essere vicina a chi si ritrova in balia di errate consapevolezze. A chi, per accettarsi e difendersi dal giudizio altrui, ricorre alla ricerca di una perfezione inesistente, dietro la quale si celano delicate e profonde fragilità e dolorose insicurezze.
Con il supporto di Riccardo Scirè e Galeffi (Marco Cantagalli) e la produzione di Francesco “Katoo” Catitti, Federica vuole trasferire il messaggio quanto mai attuale della difficoltà dell’accettazione di se stessi e del bisogno di superare questo scoglio riuscendo a perdonarsi e a volersi bene. È possibile ritrovare, con i propri tempi, serenità ed autostima e da questo importante processo interiore di crescita personale si tireranno fuori le proprie potenzialità e si acquisirà una maggiore forza.
Ecco l’audio della canzone, segue il video, mentre a fine articolo il testo completo.
🎶 ENJOY! 🎶
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TESTO
Mostro
Ma che colpa ne ho
se mi manca il respiro il venerdì sera
ma in fondo lo so
passerò un’altra notte con la luce accesa
Non c’entra questa pioggia dentro una bottiglia
non c’entra la tua faccia o il cuore che sbadiglia
non c’entra la mia rabbia dentro questa stanza piccola
Che colpa ne ho
se ho bisogno della luna piena
per svegliarmi bene la mattina
c’hai fatto caso che
quando mi sorridi io però mi sento un mostro
ma che colpa ne hai tu
sei hai vent’anni appena
ti sembra strano che
quando mi sorridi io però mi sento un mostro
mi sento un mostro
mi sento un mostro
mi sento un mostro
e non lo mostro
Ma che colpa ne ho
se ho la voce un po’ rotta il lunedì sera
in fondo lo so, lo so, lo so
ho passato un’altra notte con la luce accesa
Non c’entra questa pioggia dentro una bottiglia
non c’entra la tua faccia o il cuore che sbadiglia
non c’entra la mia rabbia dentro questa stanza piccola
Che colpa ne ho
se ho bisogno della luna piena
per svegliarmi bene la mattina
c’hai fatto caso che
quando mi sorridi io però mi sento un mostro
Ma che colpa ne hai tu
sei hai vent’anni appena
ti sembra strano che
quando mi sorridi io però mi sento un mostro
mi sento un mostro
mi sento un mostro
mi sento un mostro
e non lo mostro
Ma che colpa ne hai tu
sei hai vent’anni appena
ti sembra strano che
quando mi sorridi io però mi sento un mostro