La fine del mondo è il brano presentato da Marco Anastasio a X Factor 2018, nel corso dei provini, e portato poi come inedito sul palco, fino alla finale, che ha visto lo stesso Anastasio vincitore dell’edizione.
Dalle audizioni di X Factor al video finale, la canzone ha avuto delle continue trasformazioni.
Alla presentazione durante i provini risultava più aggressiva e potente sia nell’umore che nel testo, mentre nel video (che merita un plauso per la produzione) Anastasio si mostra meno “incazzato”, con una rabbia più rassegnata mentre assiste impotente alla fine del mondo…
Nel video è rilevante la voce di Anastasio con l’ Auto-Tune, cosa che ha fatto storcere il naso a molti fans, poiché ormai è luogo comune pensare che l’utilizzo di questo strumento sia semplicemente finalizzato a coprire difetti di intonazione. Ma non è sempre così.
La prima parte del testo della canzone racconta le preoccupazioni di Anastasio (non sa andare in bicicletta, non ha mai visto il Napoli di Maradona), che non lo porteranno mai ad “alzarsi dal letto”. Poi invece scatta la voglia di reagire, ma con la consapevolezza che il mondo affronta un periodo buio: quindi meglio sognare qualcosa di eccezionale, come i led e i riflettori nella Cappella Sistina o addirittura il Giudizio Universale.
Ascolta “La fine del mondo” su Spotify
Aspetta, non sono pronto ancora
Guardo ancora l’etichetta
E non so andare in bicicletta o fare i 100 all’ora
Mai corso una maratona
Superato ostacoli
Non ho mai visto il Napoli di Maradona
E ho le licenze scadute da un pezzo
Quella poetica da rinnovare o levare di mezzo
Abbatto la clessidra orizzontale per fermare il tempo
A patto che smettiate di soffiare per cambiare il vento
E il freddo che avanza
L’anima sintetica, l’estetica dell’ansia
E se oggi potessi cambiare il mondo lo farei domani
Non mi rompete il cazzo con ‘sta fretta di decidersi
Lasciatemi, non fatemi alzare dal letto
Scendetemi di dosso con ‘sta fretta di decidersi, voi
Voi non fatemi alzare dal letto
Non mi rompete il cazzo con ‘sta fretta di decidersi
Lasciatemi, non fatemi alzare dal letto
Scendetemi di dosso con ‘sta fretta di decidersi, voi
Voi non fatemi alzare dal letto
Non mi alzerò mai
Da questo letto sfatto e zozzo
Che mi tira giù sul fondo
Ed è profondo come un pozzo
E mi ripeto “Alzati, almeno muoviti”
Ma ‘ste lenzuola sono come sabbie mobili
E non ho manco sonno
Ma se mi alzo torno ad affrontare il mondo
E sono tempi bui
Il gioco lo conosco a fondo
Sono debole e lui cambia regole a suo piacimento
E vince sempre lui
E vince sempre lui
Ed accidenti, dovrei darci dentro ancora
In contromano a fari spenti, sfioro i 120 all’ora
Ma il mondo mi ignora ancora, non lo vedo più
Non tira un filo di vento
Non sento manco l’aria in faccia mentre cado giù
Ma io non voglio far finta di niente
Se in giro vedo solo e unicamente facce spente, io
Io sogno un mondo che finisca degnamente
Che esploda, non che si spenga lentamente
Io sogno i led dei riflettori alla Cappella Sistina
Sogno un impianto con bassi pazzeschi
Sogno una folla che salta all’unisono
Fino a spaccare i marmi
Fino a crepare gli affreschi
Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli
Sopra una folla danzante di vandali, li vedo a rallenty
Miliardi di vite, mentre guido il meteorite sto puntando lì
Io sogno i led dei riflettori alla Cappella Sistina
Sogno un impianto con bassi pazzeschi
Sogno una folla che salta all’unisono
Fino a spaccare i marmi
Fino a crepare gli affreschi
Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli
Sopra una folla danzante di vandali, li vedo a rallenty
Miliardi di vite, mentre guido il meteorite sto puntando lì
Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli
Sopra una folla danzante di vandali, li vedo a rallenty
Miliardi di vite, mentre guido il meteorite sto puntando lì