Vincitore della 73esima edizione del premio Strega, “M. Il figlio del secolo” diventerà una serie tv realizzata dalla casa di produzione Wildside, la stessa di The Young Pope, Il miracolo, L’amica geniale.
Un libro che fa vivere giorno per giorno gli anni dell’ascesa del fascismo, dal 19 al 24, offrendo uno sguardo ravvicinato agli uomini del tempo, sia quelli più importanti e noti, sia i piccoli, i gregari, l’anonima folla di seguaci e spettatori, riportandone i gesti e le parole pubbliche e private. Un quadro del clima esagitato di quegli anni, delle illusioni e speranze, della brutalità e della confusione. Il tutto calato in una vividissima rappresentazione capillare, quasi cinematografica dei luoghi, delle campagne e delle città percorse nelle loro vie quasi direi nei loro selciati, e nelle caratteristiche superate poi e oggi scomparse o molto mutate.
Il libro è disponibile in versione cartacea, in formato Kindle o in formato audible, solo per gli abbonati
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Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come “intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”. Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla. Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.
“Il libro che l’Italia aspettava da decenni. Un capolavoro.” Roberto Saviano