Lucio Corsi, cantautore toscano dall’immaginario surreale, rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2025 con il brano “Volevo essere un duro”. La decisione è arrivata dopo la rinuncia di Olly, vincitore di Sanremo 2025, che ha scelto di non partecipare alla competizione europea.
Corsi ha dimostrato una creatività senza confini, un carisma che va oltre le convenzioni. La sua performance sanremese, con quel Topo Gigio che ha fatto discutere e sorridere, è stata la prova tangibile di un artista che non ha paura di osare, di mescolare riferimenti pop e suggestioni oniriche.
E ora, l’Eurovision. Cosa possiamo aspettarci? Corsi porterà con sé il suo TopoGigio, simbolo di un’infanzia mai sopita, o ci sorprenderà con una nuova invenzione scenica? In un’epoca in cui l’originalità è merce rara, la sua presenza è una ventata di aria fresca. Come dimostrano le reazioni sul web, c’è molta curiosità su come portera la sua canzone sul palco Europeo.
Del resto, Lucio Corsi è un artista che ama sorprendere, che gioca con le aspettative e che non si prende mai troppo sul serio. La sua musica, intrisa di poesia e di riferimenti alla cultura popolare, è un viaggio in un mondo surreale e affascinante.
Il cantautore non nasconde la sua felicità, esprimendo tutta la sua gratitudine in un post: ‘Ci vediamo all’Eurovision!’ scrive, con l’emozione di chi ha sempre amato la musica. ‘Grazie a tutti, sono molto felice’, ripete, prima di promettere: ‘Rincorrerò gli strumenti anche stavolta’. Un modo per dire che la sua musica, la sua passione, lo accompagneranno anche in questa nuova avventura.
Nell’attesa di scoprire cosa ci riserverà per l’Eurovision, possiamo goderci i video della sua “Volevo essere un duro”, una canzone che, con la sua malinconia e la sua ironia, ci invita a riflettere sulla fragilità e sulla forza dell’essere autentici.
🎶 ENJOY! 🎶
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Significato e analisi del testo
Lucio Corsi, con la sua “Volevo essere un duro”, ci consegna un ritratto vivido della pressione sociale che ci vuole scolpiti nella roccia, perfetti come fiori. Ma Corsi, con la sua sensibilità, ci ricorda che anche i fiori, nella loro apparente perfezione, sono creature fragili, sospese a un filo sottile.
La sua canzone è un viaggio interiore, un ritorno all’infanzia, dove le insicurezze e le paure prendono forma. “Però non sono nessuno / Non sono nato con la faccia da duro”: questi versi sono un’ammissione di vulnerabilità, una dichiarazione di distanza dagli stereotipi di forza e sicurezza che la società ci impone.
Corsi si mette a nudo, con una sincerità disarmante: “Non sono nato con la faccia da duro / Ho anche paura del buio / Se faccio a botte le prendo”. In queste parole, c’è un ribaltamento dei canoni di virilità, una sfida alle aspettative di perfezione. Corsi ci mostra quanto sia difficile accettarsi in un mondo che ci vuole sempre forti, impeccabili.
Il ritornello è un grido di solitudine, un’eco delle difficoltà di chi non si adatta agli standard: “Per quelli normali / Che hanno poco amore intorno / O troppo sole negli occhiali”. Corsi ci parla di chi vive ai margini, di chi si sente solo, di chi combatte con le proprie ombre.
Con la sua musica, Corsi ci regala una riflessione profonda sulla fragilità umana, sulla paura di non essere abbastanza. Ma soprattutto, ci mostra la bellezza di chi, nonostante tutto, sceglie di essere autentico, di mostrare le proprie imperfezioni.
Il video
Il videoclip di “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi vede la partecipazione di Massimo Ceccherini e Leonardo Pieraccioni, due volti iconici del cinema italiano.
Nel video, Massimo Ceccherini interpreta un padre rozzo e cafone, che rimprovera il figlio per i suoi scarsi voti a scuola. Il bambino, invece di scoraggiarsi, si rifugia nella sua stanza e dà sfogo alla sua anima ribelle: con l’aiuto di Lucio Corsi, inizia a suonare la chitarra con un’energia travolgente, facendo vibrare tutta la casa.
Preoccupati dal comportamento del figlio, i genitori decidono di chiamare un medico, interpretato da Leonardo Pieraccioni. Tuttavia, quando entrano nella stanza del bambino, tutto è improvvisamente calmo, lasciando intendere che la sua ribellione si esprime solo attraverso la musica.
Un videoclip dal tono surreale e ironico, che accompagna alla perfezione il messaggio del brano: la voglia di affermarsi, di essere sé stessi e di trovare la propria voce nel mondo, anche quando tutto sembra remare contro.
di L. Corsi – T. Ottomano
Ed. Sugarmusic/Picicca Management
Testo
Volevo essere un duro
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
‘ché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio