Il Festival di Sanremo 2025 ha incoronato Settembre come vincitore della categoria Nuove Proposte con il brano “Vertebre”. Il giovane cantautore napoletano ha conquistato il pubblico e la critica con una performance intensa e toccante.
Nato a Napoli nel 2001, Andrea Settembre, in arte Settembre, ha mostrato fin da piccolo una forte passione per la musica. A soli 12 anni ha partecipato al programma televisivo “Io Canto”, proseguendo poi il suo percorso artistico con esperienze in altri talent show come “The Voice of Italy” nel 2019 e “X Factor” nel 2023, dove ha presentato l’inedito “Lacrime”. Queste esperienze gli hanno permesso di affinare il suo stile e di costruire una solida base di fan.
Il brano “Vertebre” affronta le fragilità personali tipiche della sua generazione, esplorando il conflitto interiore tra la necessità di apparire adulti e le insicurezze che spesso affliggono i giovani d’oggi. La canzone è stata apprezzata per la sua profondità emotiva e per la capacità di Settembre di trasmettere sentimenti universali attraverso la sua musica.
Oltre alla vittoria nella categoria Nuove Proposte, Settembre ha ricevuto anche il Premio della Critica e il Premio della Sala Stampa, riconoscimenti che sottolineano ulteriormente il suo talento e la qualità del suo lavoro.
Per chi desidera rivivere l’emozionante esibizione di Settembre al Festival di Sanremo 2025, è disponibile il video ufficiale della sua performance.
Ecco l’audio della canzone. Seguono il link per effettuare il download e il testo completo.
🎶 ENJOY! 🎶
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Significato e analisi del testo
“Vertebre” è un brano carico di emotività e intensità, in cui Settembre affronta il tema del dolore derivante dalla fine di una relazione amorosa. La canzone si distingue per il suo linguaggio diretto e immagini potenti, che descrivono la sofferenza interiore e la vulnerabilità di chi si trova a fare i conti con l’abbandono.
Già nei primi versi si percepisce la rabbia e la frustrazione del protagonista, come emerge nella frase:
“Mi hai messo in bocca le tue colpe
E sai che questo non è il modo.”
Qui si sente il peso delle responsabilità che vengono scaricate su chi rimane, lasciando un senso di ingiustizia e disorientamento.
Il cuore pulsante del brano è rappresentato da un’immagine forte e simbolica:
“Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè non vuoi chiù parlà con me.”
Le vertebre, che costituiscono la struttura portante del corpo umano, diventano nella canzone la metafora del sostegno emotivo che si sgretola con la separazione. L’assenza della persona amata viene vissuta come un vuoto profondo, un dolore viscerale che lascia senza appigli.
Attraverso una melodia intensa e una voce che trasuda emotività, Settembre riesce a trasmettere tutta la desolazione e la disperazione che accompagnano la fine di un amore. “Vertebre” non è solo una canzone di sofferenza, ma un grido che esprime la difficoltà di accettare la fine di un legame, lasciando spazio a una riflessione su quanto sia complesso lasciar andare qualcuno che ha rappresentato un punto fermo nella propria vita.
Testo
Vertebre
Mi hai detto “Non fa niente”
E poi mi stai lasciando solo
Mi hai messo in bocca le tue colpe
E sai che questo non è il modo
Giochiamo a fare i grandi ma
Piangiamo all’università
Anch’io mi sento a volte
Un cane perso in mezzo alla città
Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Nei tuoi occhi brucia la città
Che poi stare qui con te è come perdere la dignità
Trascurarsi per me è uguale a fottere
È buttarsi nel fuoco senza accendere
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età
Mi hai dato il meglio di te
Le tue bugie migliori
Ed io le ho strette così forte mentre
Imparavo a cadere
Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Nei tuoi occhi brucia la città
Che poi stare qui con te è come perdere la dignità
Trascurarsi per me è uguale a fottere
È buttarsi nel fuoco senza accendere
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età
(Chiov dentro la tua stanza)
(Tanto bene a te ca nun me passa)
Nessuno ci ha mai detto no
Nessuno ci ha mai detto no
(Cerchiamo rimedi contro l’ansia)
Sul’ p’ nun sparì
Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si ride alla nostra età